Alberi
Parlare di alberi quindi stiamo in natura, siamo in primavera quindi quale stagione migliore di questa.
Le prime parole che mi vengono in mente se dico la parola alberi sono
curati, tagliati, sterminati, piantati, infiniti, slanciati abitati, onde argentee e, come gli olivi di questi tempi, creatori d’ombra per il caldo che verrà. Un rifugio per ogni barone rampante che è in noi da cui non scendere mai.
Bene oggi ho deciso che vi porterò sui miei alberi.
Quelli su cui sono salito con i miei occhi.
Alberi n. 2 i miei alberi
La prima foto che trovate è un sughero. L’ho trovato nel parco dell’Uccellina passeggiando due anni fa.
Ci eravamo fortunatamente permessi un mese di vacanze e tutte le mattine per scendere in bicicletta o a piedi verso le spiagge lo incontravamo. Grande maestoso e fiero.
Così grande che non ci stava dentro all’ obiettivo.
E quest’idea di farlo uscire dall’inquadratura mi è parsa molto bella mi pare che spieghi e descriva la sua grandezza. Sapere che qualcosa va al di fuori dell’inquadratura la spinge oltre.
La seconda foto invece l’ho scattata, pochi giorni prima della prima quarantena alla pieve di Romena. Un posto magico. Vi consiglio di andarci non appena lo potrete fare. È un posto particolare. Molto forte. Che sprigiona un’energia, qualche cosa di veramente speciale, poi in primavera dove tutta la natura si risveglia è ancor più forte. C’era un temporale minaccioso che stava arrivando, difatti forse l’accento è più sulle nuvole, sul nero. Ma questo l’ho fatto per rendere più grande il contrasto con le foglie.
Leggere. Fragili. Indifese, ma di una bellezza sfolgorante
Quasi un presagio di quello che la nostra paura indicava come un rovescio violento che forse ci avrebbe privato della loro bellezza.
La terza invece è tratta da “Fotografie da appartamento” una serie di foto che ho scattato durante la quarantena della primavera scorsa. E’ l’albero che è di fronte a me a casa mia che negli ultimi anni ha raddoppiato la sua imponenza per fortuna che ce lo abbiamo di fronte; ero bloccato in casa e per sfuggire alla disperazione, mi svegliavo prestissimo la mattina così mi sono inventato di fotografare quello che stava di fronte a me e dentro casa mia. E’ stato un percorso a cercare il posto giusto delle cose che non guardavo più con l’attenzione che avevo dedicato loro per sistemarle in quegli esatti spazi come a cercare l’anima degli oggetti, delle cose, delle stanze dei respiri dentro a casa mia.
Qui c’è un leggero mosso delle foglie. Volevo comunicare il vento, il movimento. Ne ho fatto uno spettacolo on line di queste fotografie.
Alberi n. 3 Ansel Adams
E’ buffo, vero? Simpatico, con uno sguardo penetrante, indagatore. Dietro di lui Imogen Cunningham.
Ansel Adams è ricordato per il sistema zonale. Ma io voglio parlarvi di lui in quanto fotografo e artista. Mi interessa quello che c’è di istintivo sulle sue fotografie così studiate accurate. Il suo accento andava sul restituire la veridicità la precisione la giusta luce per ogni singola sfumatura
Qui lo vedete come andava in giro. Un pioniere imponente nella fotografia.
La prima foto.
Neve.
Leggerezza, queste nuvole che sembrano cascate, oppure raggi di luce che scendono dalle montagne. Yosemite Park. Ci sono stato. Non puoi fare a meno di fotografarla L’Half Dome.
Betulle.
Luce che illumina solo i tronchi e i piccoli rami leggeri, gli dà ancor più vita su quello sfondo scuro, che le mette ulteriormente in risalto.
Stesso sistema Stesso trucco Stessa magia e incanto della natura
Non è un caso
Quanto conosceva quel luogo per poter catturare quel momento
Attese, ricognizioni, attenzione per la natura.
Che è sempre al primo posto in tutta la sua produzione.
Alberi n. 4 Beth Moon
Una donna fotografa. Forse un poco meno conosciuta. Ne dà una definizione meravigliosa una frase di Erri de Luca
Un albero ascolta comete,
pianeti,
ammassi e sciami.
Sente le tempeste sul sole
e le cicale addosso
con la stessa premura di vegliare.
Un albero è alleanza tra il vicino e il perfetto lontano”
Beth Moon. Eccola.
Ha passato quattordici anni a fotografare i più antichi alberi sulla terra. SudAfrica, Botswana e Namibia.
“Il nostro rapporto con la natura selvaggia ha sempre giocato un ruolo importantissimo per il mio lavoro. Questa serie è stata ispirata da due affascinati studi sicientifici che connettono la crescita degli alberi
con i movimenti celesti e i cicli astrali.
Il primo studio conclude che le radiazioni cosmiche hanno un impatto sulla crescita degli alberi tanto quanto le temperature
o le pioggie annuali, la seconda che la stazza degli alberi
e la forma è direttamente correlata alla luna e ai pianeti.
Mi spaventa la precisione è formidabile quel cielo sopra che slancia ancora di più le piante baobab. In queste foto il tempo di esposizione è stato di 30 secondi di notte per catturare il movimento delle stelle. Il titolo delle foto è dato dalla costellazione che è dietro di lei. E non si può altro che fare silenzio, sentirlo, perdersi.
Oppure mi fa sentire proprio nell’angolo più estremo della terra, proprio affacciato sull’universo.
Alberi n. 5 Michael Kenna
E’ conosciuto per le sue fotografie in condizioni estreme di illuminazione. Il risultato sono immagini bellissime. Eteree. Oniriche dove mai compare direttamente l’uomo
Neve anche lui per fare un confronto con Adams
Affascinato dal Giappone, dalla poesia haiku. A me ricorda le mie zone della bassa del vercellese, come se lo conoscessi, anche se ha fotografato soprattutto tra la zona di Parma e Reggio. Tempi di esposizione anche di 10 ore per le sue foto. Si sente tanta umidità. Aria rarefatta
Nebbie.
A volte veloce. Come quello di un treno. O un leggero vento che agita appena le foglie
I rami
Si sente il tempo che passa
Lo spazio che attraversa
un movimento. O l’immobilità .Quasi come se si fosse noi un ramo che osserva il fluire del fiume
Del tempo
… il sempre della natura…
Alberi n. 6 Franco Fontana
E adesso lasciamoci violentare dal colore. Sembrano tele, bidimensionali per uno studio fortissimo sul colore. Una ricerca maniacale tra tagli e accostamenti, incroci. Per lasciarci stupire e affascinare. Da vicinanze impensabili. E che non sembrano neanche naturali.
Alberi n. 7 Joel Meyerowitz
Cambiamo direzione verso la delicatezza. Uno dei miei autori preferiti Joel Meyerowitz. Mi sta simpatico, mi affascina la sua calma, la sua saggezza. I suoi alberi. Ricordate il mio sughero imponente? Lui lo fotografa colpito da un fulmine o distrutto dal tempo, secondo me parla ancora di una grandissima maestà di questo albero. Qua lo vediamo ancora in un intreccio sempre con la neve anche lui. Anche in Toscana ci va a volte. In tanti hanno fotografato questi raggi di sole e i cipressi. Come lui penso pochissimi. Quest’altra è una foto che sembra normale. Allora provate ad andare in Toscana io ci ho provato ad andare in Toscana a fotografare situazioni come queste, non si riesce.
Alberi n. 8 Nan Goldin
Anche lei tra le mia preferite. Si intrufola nella case nelle famiglie, vive con loro e le fotografa per una settimana intera. Condivide i momenti più intimi, le gioie, le ansie, ma partecipa è lì viva. Ha fatto anche tante foto agli alberi. Neri scuri. Oppure questi sfuocati, questo qualcosa che sta sempre lì in attesa, in attesa di qualcosa. Neri scuri, vedete, come va a cercare questi scuri, va a cercare sempre una situazione di limite dove sta cambiando qualcosa
Alberi n. 9 Todd Hido
Todd Hido, Aido, Ai do. Chissa come si dice?
Sembra di stare in auto, insieme a lui. E guardate come scalda quella luce in fondo seppure sia una luce abbastanza fredda E’ un temporale che arriva, è forte questa foto Oppure ti manda un ricordo. Ero qua ti aspettavo ma non sei arrivata. E intanto pioveva. Per fortuna che ero in auto, chiuso qui un poco al caldo al sicuro.
Alberi n. 10 Vivian Maier
Questa è lei questa è una foto che ho usato per ben due volte nel mio spettacolo.
Francia, forse non lo sapete ma lei ha passato tutto il periodo scolare delle elementari in Francia e poi è tornata quando aveva circa 25 anni perché la zia le aveva lasciato la loro proprietà. Felice come una bambina, allegra. Non sappiamo se è un autoscatto, se l’ha scattata qualcun altro però secondo me la descrive benissimo ed è esattamente l’opposto di quello che ci vogliono far credere di lei lei . In mezzo alla natura e chiara.
Questa è una foto di un albero, gli alberi riflessi sulla sulla pioggia con le gocce ci sono tante tante sfumature molte di più di quelle che facciamo noi quando scattiamo una foto agli alberi convinti di fare chissà che, lei riesce a scoprire qualcosa di più vedete in fondo anche qui c’è un confine di un’acqua che cambia in alto vedete c’è qualcosa di particolare. In un’altra urla l’america ma dietro ci sono questi alberi che da una prima vista sembrano sfocati ma poi a guardarli bene invece non sono sfocati non si perdono nel cielo sono definiti stagliati fanno da contorno a questa bandiera.
Italia gli alberi italiani divisi a metà secondo me siamo al confine tra umbria e toscana . La luce meravigliosa di questi alberi , mi piace pensarla.
Alberi n. 12 L’ALBERO
L’albero per me più importante. Un albero che quando è uscito al cinema mi è rimasto negli occhi e nel cuore. Vi sto parlando di Pier Paolo Pasolini l’Edipo re. La forza incredibile della fotografia di Pier Paolo Pasolini.
E questi erano i miei alberi. Iscrivetevi al canale se vi è piaciuto questo video resteremo in contatto, saprete ogni volta che ne pubblico uno nuovo, o se volete farvene una scorpacciata a piccole dosi, questo è il metodo migliore.
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Parlano poco gli alberi, si sa.
Passano tutta la vita meditando
e muovendo i loro rami.
È difficile riempire un piccolo libro
coi pensieri degli alberi.
Tutto in essi è vago, frammentario.
Certi alberi vicini alle case
sostano in una pace inclinata
come indicando come chiamando
noi, gli inquieti, i distratti
abitatori del mondo. Certi alberi
stanno pazientemente.