““Non mi devi parlare di altre cose, mi devi parlare di te” #10
ore 7,08
L’idea era quella di fotografare l’acero sicomoro che campeggia sul lato sud di fronte alle attrezzature ginniche. Grande, maestosamente sontuoso e isolato. Sembra un vecchio saggio che ti racconta chissà quali storie. Ci passo sotto volentieri. Quello che colpisce di più è la sua ombra precisa che si adagia su un piccolo pendìo sottostante. Anche lei sontuosa, quasi nuziale. Seduce quest’albero, è ieratico.
Insomma preparo tutto pronto e veloce, inquadro che ci stia tutta la sua chioma e la sua ombra. Ma vedo un ragazzo dalla corsa leggera avvicinarsi dalla mia destra. Basta attendere un secondo che entri nel campo dell’inquadratura che non sposto. Aspetto ancora un poco, c’è uno spazio in basso a sinistra.
Guardare sempre con due occhi uno sul visore e l’altro allo spazio libero intorno aiuta. E fa cambiare il senso alla fotografia. Le dà una vita diversa. Ancor più se il ragazzo è di colore e si sta allenando, forse ha già trovato uno spazio nella sua vita ed in questa città.
Belli insieme. L’albero centenario e lui giovane. L’albero fermo, forte e lui dinamico. Tutti e due linfa di splendore vitale.