Il tempo e le biciclette Come due realtà distanti parlano tra di loro. Ciao a tutte e tutti. Bentrovate e bentrovati alla newsletter settimanale di Roberto Carlone. Venerdì 29 aprile 2022. Continua l’esperimento della newsletter in versioni audio (che potete ascoltare su Spreaker), video (che potete vedere su YouTube e Facebook), e naturalmente in versione mail che potete leggere su robertocarlone.it alla pagina newsletter. Iscrivetevi qui, riceverete anche un piccolo saluto con una breve storia in esclusiva ed ogni settimana arriverà nella vostra casella di posta elettronica. Biciclette. Donne, uomini, bambini, cadute e libertà. Ci si stacca da chi ci ha tenuto il sellino e si va, soli, scegliendo il tempo e la meta, oppure senza meta o con un compito importante, un messaggio da consegnare, un cuore da conquistare. Quante storie che ci parlano e cantano di donne staffette partigiane, uomini-leggende, di un’umanità. Storie che cavalcano altre storie per attraversare straordinarie avventure fino a diventare miti e leggenda. Una discesa senza freni che difendono dall’impatto. Pronti a ripartire se qualcuno spinge sui pedali. Pedalare è un ritmo, per spostarsi. Pedalare per andare avanti sorprendendocisi a pensare che potrebbe essere possibile pedalare al contrario e con questo movimento andare indietro nel tempo. La pedalata è come un metronomo ed è per questo che si sposa con la musica. La bicicletta è uno spostamento in silenzio e senza traccia visibile. Riservata, e veloce, trasparente. Quando passano sembrano solo movimenti dell’aria. E durano un niente. Però sanno sollevare un polverone solitario che colora l’aria di sogni. Mi ricordo che da bambino più volte vidi passare il Giro d’italia. Un ‘attesa infinita e poi un macinare di pedali e in meno di un minuto tutti erano passati. Volatilizzati. Tutto finito. Con una sensazione di non essere stati adeguati a cogliere un colore, una maglia rosa. Tutto finito. Silenzio. Almeno la vita sembra che ci conceda una seconda possibilità, ma non è vero, le occasioni si devono prendere al volo, non lasciarle sfuggire, forse dura un pochino di più del passaggio di un centinaio di corridori, massimo una giornata, una notte insonne. E suona anche un campanello. Poi si dirà a posteriori che non siamo riusciti a prendere un treno, ma un treno dura un niente, una decisione dura un poco di più, e resterà solo il flash del momento in cui prenderemo una decisione. Questo ragionamento nasce mentre stavo scrivendo la presentazione per lo spettacolo che presenteremo con la Banda Osiris in occasione della tappa del giro d’Italia che si fermerà a Reggio Emilia. Un evento speciale il 6 maggio insieme a Masimo Cirri , Alessandro D’ALessandro e Marco Pastonesi. |