Le fotografie sono finestre

La finestra che ha dato inizio alla creazione del mio spettacolo su Vivian Maier è stata quella di intrufolarmi in una sua foto, l’ho abitata, incredibile sacrilegio. Da lì è stato un continuo ragionare sulla fotografia come finestra, una finestra portatile. Guardare, curiosare, analizzare. Le finestre di Jean Loup Sieff, Rodney Smith, Shizuka Yokomizo, Giorgio Barriera, Michael Wolff, Keichii Tahara e Vivian Maier, oltre alle mie, ci accompagnano in questo viaggio. Usare le finestre per guardare fuori oppure lasciare entrare dalle finestre: il mondo, i suoni , la luce. Lasciarsi guardare e guardare attraverso, questa l’altalena del nuovo video.

Bentrovate e bentrovati. Il titolo di oggi apre e forse anche chiude. A cosa servono le finestre? 

Prima finestra, la mia. Grazie alla pioggia e al restare in casa.

Ecco la foto che ha dato inizio alla mia ricerca. Ci sono foto che non puoi fare a meno di scattare. Telefonino e via. 

La finestra che ha dato inizio alla creazione del mio spettacolo su Vivian Maier è stata quella di intrufolarmi in una sua foto, l’ho abitata, incredibile sacrilegio. Vi faccio vedere.

“Da qui controllo tutto, vedo tutto, l’edicola è un osservatorio, è la mia finestra sul mondo. Qui vendo il mondo mentre loro osservo.”

Questa è la mia idea di fotografia: c’è tutto quanto, tutto quello che penso sulla fotografia: è una tendina che si apre, questo succede anche nelle macchine fotografiche. Una tendina che si alza e fa passare la luce. Si alza il sipario, si va in scena! Ci si apre alla luce per una manciata di centesimi di secondo. E fuori ci sono io che guardo il mondo. La fotografia è una grande finestra. In più ha il vantaggio di essere mobile, possiamo portarcela dietro, possiamo decidere cosa farci entrare e che cosa lasciare fuori. 

Succede sempre che quando vado nelle case sconosciute di amici oppure di conoscenti, alle feste, quando entro in un ufficio, la prima cosa che faccio è affacciarmi alla finestra. Non so perché però guardare, curiosare, scoprire un punto di vista che non sia il mio solito mi affascina. 

Il primo ricordo di questa sensazione fu quando andai dal mio amico che abitava al piano di sotto.  Ero piccolo, avrò avuto 6, 7 anni, lui abitava esattamente sotto di noi.  Mi affacciai e dalla sua finestra vedevo un’altra cosa, un’altra città, un  altro mondo. La posizione era la stessa ma alcuni dettagli non c’erano più, altri erano più marcati come se ci fosse stata una distorsione.

Ho fatto un viaggio in america. E’ quello che vi ho appena raccontato. Entrato in hotel, affacciato alla finestra e scattato. Immediatamente. E’ poi è diventata il manifesto di una mostra, si intitolava “Paesaggi parziali”. Essere parziale, con la mia fotografia non posso essere assolutamente oggettivo ed imparziale. 

Quello che da fuori arriva dentro. Luce, libertà. Altri suoni, silenzi. Vi farò vedere non tanto quello che dalle finestre si vede, si spia, ma quello che entra dalle finestre. Luce il più delle volte. Perché le finestre non sono fatte solo per guardare fuori ma sono fatte perché qualcosa entri. Il mondo per esempio, l’aria, la luce, i suoni.

Senza francobollo 15 – La dispensa nella foresta

Ciao a tutte e tutti.

Bentrovate bentrovati alla blogletter settimanale di Roberto Carlone. Senza francobollo numero 15. Venerdì 28 ottobre 2022.

Questa blogletter la trovate in versione normale su Substack o qui, in versione video su YouTube, su Facebook, in versione audio sul podcast. Se non siete ancora iscritti vi consiglio vivamente di farlo in modo da riceverla nella vostra casella di posta elettronica ogni settimana.

Passeggiata nella foresta con il pretesto del foliage, e quale pretesto. Una giornata intera nel Parco Nazionale delle foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna. Da prato alla Penna al rifugio di Fangacci. Vi porto un poco con me in questa meraviglia della natura.

Dicono sia un tratto tra i più belli da percorrere a fine ottobre. Uno va a fare una passeggiata e fa scorta di ossigeno, viste, fotografie, speranza e poi le mette tutte in dispensa per i giorni bui a venire. Si riconnette con il mondo, con se stesso, capisce e si immerge nella vastità e nel mistero più profondo.

Oltre che a mantenere il corpo in movimento perfetto allineandosi con il ritmo dettato dal terreno salite e discese incluse.

Lo dice David Le Breton nel sui libro “Camminare. Elogio dei sentieri e della lentezza

“Il camminatore può far cadere le sue eventuali maschere, perché sui sentieri nessuno si aspetta che interpreti un personaggio. E’ anonimo, senza altro impegno oltre a quello di vivere l’istante che viene, di cui lui stesso decide la natura. Il cammino è un esperienza provvisoria di assenza di gravità delle esigenze della vita collettiva”.

Uh! Devo dire che al ritorno il tratto in salita bello ripido ha attivato tutta la forza di gravità, altro che assenza. Per fortuna che avevo due macchina fotografiche che mi “obbligavano” a piacevoli soste per ascoltare ed immergersi e in quella solennità silenziosa, per capire i giochi di luce, i colori imperanti, le sfumature sottili per restituirle in fotografie dopo averle fatte passare al vaglio dell’artista che si risveglia inevitabilmente in noi. Scatti meditati, scelti. La bellezza del scegliere. E scegliere quello che più ci tocca, quello che ci suggerisce un tronco o un mucchietto di foglie.

E fare lo slalom tra i tronchi con lo sguardo che cerca un orizzonte, oppure lo slancio verso i cieli.

 E scattare anche in bianco e nero per cercare segni, disegni, forme, linee, intrecci. Leggerezze.

Non solo un alfabeto da decifrare ma un romanzo o una sinfonia.

La natura vince e pensando a quei luoghi adesso sapere che sono lì soli, soli nella luce o nella notte, vivi e fermi, monumenti. Qull’albero che mi si è offerto allo sguardo, quel muschio o la miriade di funghi, sono adesso là a parlare al mondo, a essere a diffondere confusione e bellezza, trasformazione in una festa i colori che dura pochi 


Questa settimana ho pubblicato “Una caffettiera nell’universo

sul Canale YouTube, pare sia piaciuto moltissimo ha fatto il record di visualizzazioni da quando ho cominciato a pubblicare.

Cosa ci sta a fare una caffettiera nell’universo? Ecco sono partito dalla canzone dei Beatles “Across The Universe” e ho giocato con piccolo nuovi esperimenti visuali, gravità quantistica e sanscrito. L’esperimento è stato inserire un frammento di un immagine creata on l’Intelligenza Artificiale, un pianeta rosso rotolante nel nero. L’intelligenza artificiale ci permette delle cose, ci fa risparmiare tempo e se la si riesce a domare per i nostri desideri e necessità è di grande aiuto, diciamo che è una mano in più per questo autarchia-autismo, prolunga di noi stessi per espandere i propri limiti e creare in autonomia. Ho anche suonato tanto, più del solito, sto cominciando a prendere confidenza anche con questa parte, e mi diverto perdendomi in improvvisazioni lunghissime che fortunatamente taglio. I capitoli in cui è suddiviso il video parlano della storia, della canzone, dell’universo e si chiudono con la domanda, quella con la D maiuscola. Niente spoiler, andate a guardare il video, appena finito di gustarvi questa newsletter.


Domenica passata sono stato a FotoAntiquaria, una mostra mercato scambio di macchine fotografie d’epoca. E non ho resistito e mi sono preso un gioiellino. Una Rollei 35 TE. Una macchina fotografica a pellicola che è un gioiellino. Anno di nascita 1961. Corredata con il top della tecnica e della meccanica, che tuttora è ineguagliabile. Microscopica. Praticamente una macchina costruita intorno alla pellicola 35 mm. La usavano Stanley Kubrik, Andy Warhol, Kurt Diemberger, Luke Wilson nel film di Wes Anderson e la Regina Elisabetta che la portava sempre con sé nei suoi viaggi.

 

Per chi fosse incuriosito vi lascio un link di un bellissimo articolo di Stampa Analogica


Per il futuro vi dico che sto girando per le città di notte che sto preparando un nuovo video con un tema urbano. Tinte forti e bianco e nero strong. E poi che sta per arrivare un evento live, uno dei miei spettacoli on line, la data prevista sarà con due repliche nella settimana centrale di Novembre.


Dalla prossima newsletter cambierà il server di sostegno della blogletter e ci sarà la migrazione verso Substack, una piattaforma formidabile di notizie, quindi cambio di impaginazione e una interfaccia un poco più social e aperta. Mi sa che farò un test in beta già con questa. Se volete dare un occhiata c’è il link in descrizione XXXX


LA musica la musica la musica che vi consiglio questa settimana sono i The Cure con “A Forest”

Vieni più vicino e guarda, guarda dentro gli alberi, trova la ragazza, mentre puoi vieni più vicino e guarda, guarda nell’oscurità, segui i tuoi occhi, segui i tuoi occhi

Vi saluto e vi lascio un bacio,

Ciao

Come potete aiutare il mio progetto a crescere? Condividendo questa newsletter con le vostre amiche e i vostri amici, oppure iscrivervi al Canale YouTube, oppure contribuendo con una donazione su Tipeee la piattaforma per i creatori di contenuti che si basa su libere donazioni. Sandra R. questa settimana ha contribuito con una splendida donazione, grazie Sandra!

Diretta Autunno 2022

Novità Autunno 2022

Il lancio ufficiale di SOSTIENI ROBERTO

Vi aspetto Giovedì alle 21,15 per presentarvi le novità per questo autunno 2022. Dopo i 500 iscritti sul Canale YouTube (525 ormai) parleremo della tribùche siamo diventati e festeggeremo il lancio ufficiale della piattaforma Tipeee per essere insieme, sempre più vicini restando liberi, permettendo la diffusione di un internet leggero, gentile e profondo.
E poi la nuova stagione di teatro-casa, la Community e i nuovi video.
E risponderò alle vostre domande, proposte, richieste, curiosità.

Per vederla insieme questo è il link quindi clicca qui

Senza francobollo #10 Sentirsi accolti, camerini e Lisetta Carmi

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Sentirsi accolti, camerini e Lisetta Carmi

 

Questa è “Senza francobollo” la newsletter settimanale di Roberto Carlone
(la trovi anche in video e in podcast)

Settimana all’insegna dell’accoglienza che è il comune denominatore e quello di cui vi voglio raccontare.

Ho un ricordo bellissimo della Sardegna. Tiri due diagonali e Meana Sardo è lì nel centro. Siamo nel teatro. Che è praticamente un salone, palco piccolo, il sipario è un collage multiforme di vecchie tappezzerie di poltrone, divani cucite insieme. Alla fine dello spettacolo si chiude il sipario e poi si riapre e non c’è più nessuno! Di solito nei posti piccoli resta sempre qualcuno, scambi poi due chiacchiere, ti saluti. Qui niente. La sala vuota. Dopo due minuti il teatro si riempie, tutti, ognuno, ritorna con qualcosa, chi con una caffè, chi con una birra, una torta. Erano andati a casa a prendere un regalo per noi. Un vero scambio, il ringraziamento più di tutta la nostra carriera. Bellissimo.

Lunedì scorso siamo stati invitati ad Asciano Suono Festival. Asciano piccolo paese nella luce giusta della Toscana, quel paesaggio da cartolina, la strada è un paradiso, un dipinto, un dono. Direttore artistico Cesare Picco, un pianista dell'anima, che crea insieme a Monica Malvasi questa nuova rassegna. I camerini sono molto lontani dal palco. La signora Concetta abita a fianco del palco e ci propone di cambiarci nella sua rimessa. C'è di tutto lì dentro, ma può andare più che bene.
Pausa aperitivo prima dello spettacolo.
Ritorniamo e ci avviamo ai camerini.
Un tappeto al centro, sedie, asciugamani. Uno specchio grande. Lenzuoli profumati e stirati a coprire le cose private, Un comò con una pizza, su un tavolino vino, schiacciata e un'orchidea. Il più bel camerino di tutta la vita. Uno spazio trasformato, impreziosito, arricchito. Un colpo al cuore. Ti senti voluto, accettato, rispettato sulla fiducia. Una tenda nel deserto. Questo è il motivo per cui ho deciso di fare teatro, andare incontro alle persone. Questo il più bel gesto: qualcuno che ti accoglie, ti aspetta e si mette a festa per te che porti musica e risate. Lo confermo il più bel camerino di sempre, improvvisato e sfarzoso.

 

Sabato spettacolo a Lecce, teatro Koreja. Una cooperativa nata a metà anni 80. Un teatro bellissimo, cresciuto poco a poco, un gusto, un attenzione in un quartiere periferico della città. Una bellissima oasi. Con una foresteria che dà sul cortile dove c’è il palco: l’ortale, erbe aromatiche piantate nelle aiuole. Persone gentilissime e ospitali, attente. La sera scende dolce e fresca dopo una nottata di piogge. E di nuovo ti senti a casa, ti senti accolto, desiderato. Casa tua, casa nostra.

Video nuovo su YouTube, ho deciso: monografia (parziale) dedicata a Lisetta Carmi. Ci ha lasciato pochi giorni fa. Vita intensa e ricca. Prima pianista, poi fotografa, poi fondatrice di un ashram. Sempre alla ricerca della verità. Audace, intensa. Cruda, caustica, diretta. Accogliente, collettiva. Una luce di grazia. Sguardo libero e delicato, il suo sguardo volto a sfidare il perbenismo. Operai, travestiti, poeti, abitanti della terra, dimenticati tutti accolti da lei.

Giovedì alle 21,30 presento in première il nuovo video prodotto. Ritmo serrato e poetico, mai retorico. Un piccolo omaggio. Da non perdere. Suono pure due brani di Bach.

Guarda la première

Arrivano le prime donazioni su Tipeee (tip come mancia seguito da tre e: Tipeee). Questo il veicolo che permette di essere liberi nella creazioni di contenuti, che mi permette di rifiutare le pubblicità e creare una tribù di fedelissimi, che potranno accedere a news esclusive, video incontri e anteprime. La prossima settimana facciamo uno zoom insieme, così ve lo presento ufficialmente. Riceverete una newsletter con tutte le modalità per partecipare, e ci augureremo una buona estate.

La musica che ha accompagnato la stesura della lettera sono stati il preludio e fuga in Do minore dal Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach suonato da Vìkingur Òlaffson (ne parla Lisetta Carmi). E’ l’ultimo brano che ho studiato e mai completato nella mia adolescenza, la mia montagna sacra, quello che studierò. L’esecuzione di Òlaffson è sufficientemente limpida e veloce, senza romanticismi annessi, tra le migliori, per me.

E poi Cesare Picco. Alchemy:  è girato all'infinito!.

Bene un saluto e un bacio carissime e carissimi,
alla prossima,
roberto

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Il tempo e le biciclette.

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Il tempo e le biciclette

 

Come due realtà distanti parlano tra di loro. 

Ciao a tutte e tutti. 
Bentrovate e bentrovati alla newsletter settimanale di Roberto Carlone. Venerdì 29 aprile 2022.

Continua l’esperimento della newsletter in versioni audio (che potete ascoltare su Spreaker), video (che potete vedere su YouTube e Facebook), e naturalmente in versione mail che potete leggere su robertocarlone.it alla pagina newsletter. Iscrivetevi qui, riceverete anche un piccolo saluto con una breve storia in esclusiva ed ogni settimana arriverà nella vostra casella di posta elettronica. 

Biciclette.
Donne, uomini, bambini, cadute e libertà. Ci si stacca da chi ci ha tenuto il sellino e si va, soli, scegliendo il tempo e la meta, oppure senza meta o con un compito importante, un messaggio da consegnare, un cuore da conquistare. Quante storie che ci parlano e cantano di donne staffette partigiane, uomini-leggende, di un’umanità. Storie che cavalcano altre storie per attraversare straordinarie avventure fino a diventare miti e leggenda.

Una discesa senza freni che difendono dall’impatto. Pronti a ripartire se qualcuno spinge sui pedali. 

Pedalare è un ritmo, per spostarsi. Pedalare per andare avanti sorprendendocisi a pensare che potrebbe essere possibile pedalare al contrario e con questo movimento andare indietro nel tempo. La pedalata è come un metronomo ed è per questo che si sposa con la musica. La bicicletta è uno spostamento in silenzio e senza traccia visibile. Riservata, e veloce, trasparente. Quando passano sembrano solo movimenti dell’aria. E durano un niente. Però sanno sollevare un polverone solitario che colora l’aria di sogni. Mi ricordo che da bambino più volte vidi passare il Giro d’italia. Un ‘attesa infinita e poi un macinare di pedali e in meno di un minuto tutti erano passati. Volatilizzati. Tutto finito. Con una sensazione di non essere stati adeguati a cogliere un colore, una maglia rosa. Tutto finito.
Silenzio.
Almeno la vita sembra che ci conceda una seconda possibilità, ma non è vero, le occasioni si devono prendere al volo, non lasciarle sfuggire, forse dura un pochino di più del passaggio di un centinaio di corridori, massimo una giornata, una notte insonne. E suona anche un campanello. Poi si dirà a posteriori che non siamo riusciti a prendere un treno, ma un treno dura un niente, una decisione dura un poco di più, e resterà solo il flash del momento in cui prenderemo una decisione.

Questo ragionamento nasce mentre stavo scrivendo la presentazione per lo spettacolo che presenteremo con  la Banda Osiris in occasione della tappa del giro d’Italia che si fermerà a Reggio Emilia. Un evento speciale il 6 maggio insieme a Masimo Cirri , Alessandro D’ALessandro e Marco Pastonesi.

Il tempo.

Il tempo passa viene da dire, ce lo ripetono sempre, lo diciamo spesso anche noi. Ma è un errore! Come se fosse un alluvione in piena, qualcosa che si trascina via storie, oggetti, sensazioni.
Ero fermo al semaforo e aspettavo di attraversare, niente auto, niente altri pedoni, solo un placido confortevole sole.
Il tempo passa, quanto ce ne resta, cosa fare per non sprecarlo. Il tempo vola.
Tempus fugit.
Ma no! Siamo noi che siamo nel tempo e corriamo con lui, siamo sulla sua bicicletta e percorriamo uno spazio, noi siamo il tempo, noi siamo con il tempo, noi lo cavalchiamo e dentro questo tempo ci muoviamo. Lo abitiamo il tempo, siamo agganciati a lui. Il tempo passerà quando non ci saremo più. Il tempo passava quando non c’eravamo ancora. Siamo ospiti del tempo, amici in alcuni casi, nemici in altri. Ma siamo con lui.
Il tempo non passa, scorre e per una porzione breve siamo con lui. Noi non dobbiamo allontanarci da lui.

Nella settimana
 

25 aprile solo una foto, niente commenti.

IERI sono stato a Firenze a vedere un spettacolo. Matteo Fantoni. Il silenzio.
Ci racconta con delicatezza, gioco, onestà e competenza la sua esperienza di liutaio. E’ giovane e una voce diversa in questo teatro indipendente che in Italia viene soffocato sempre di più. Ci parla di artigianalità e morte, di colle e legni, di abilità e attesa. Un silenzio che pullula di domande. Alla fine scopre un violoncello e ci suona un brevissimo brano che dà i brividi.

Ed era al teatro di Rifredi un teatro che ha condiviso i nostri primi passi intorno agli anni ’90. Un vero teatro indipendente, con una direzione precisa e forte, un identità che non si è mai piegata alle mode comuni. E’ stata un’emozione fortissima entrare in quel teatro da cui mancavo forse da trent’anni.

Alberi, il nuovo video del Canale YouTube è salpato per navigare nella rete martedì scorso. Gli avete tributato un bel successo. Alberi in fotografia, un rifugio da cui non scendere mai. Racconto un piccolo estratto dal Barone rampante di Italo Calvino e incontro 9 fotografi che raccontano gli alberi ognuno a modo suo. Il bottone arancione è per vederlo seduta stante se ve lo foste perso. 18 minuti di poesia per un viaggio in una foresta senza confini. (Il canale intanto cresce siamo ormai 400. Iscriviti per sostenerlo: è gratuito e le storie sono molto interessanti ed uniche). Martedì prossimo invece vi porto al mare con “Mari”.

Guarda "Alberi"

Prima di salutarvi vi dico la musica che mi ha accompagnato nella stesura della lettera: "Pedala" di Frankie hinrg ma vi rimando ad una versione solo testo per concentrarvi sulle sue sapienti parole. “Devi far coincidere i pesi e i baricentri”.

Vi saluto e vi do appuntamento alla prossima settimana.

Un bacio,
roberto

P.S. quest’estate sono stato parecchio in bicicletta, facendo il ganzo alla fine di una discesa ho usato il freno davanti. Volo sul ghiaino, di faccia. Stampato, disteso. Immobile. Tutti pensano che abbia perso conoscenza. Invece mi fermo lì per assaporare quel momento vecchio di cinquant’anni. Che bello cadere dalla bici.

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Tra alberi, fiori e una città utopica

La settimana passata e una interessante novità sperimentale.

Grandissima novità questa di oggi  infatti viene pubblicata in 3 versioni audio (che trovate su Spreaker dove), video (che trovate su YouTube e Facebook dove), e naturalmente in versione mail che potete trovare su robertocarlone.it alla pagina newsletter,. Se vi iscrivete riceverete anche un piccolo saluto con una breve storia in esclusiva ed ogni settimana arriverà nella vostra casella di posta elettronica.

Oggi piove ma niente ci fermerà. 

Di seguito la versione video.

Per il periodo pasquale sono stato ad Alvisopoli, piccolissimo borgo del veneto orientale. Una utopia settecentesca. Alvise Mocenigo decise di creare una città ideale del tutto autosufficiente. Costruì case per gli abitanti che seguivano attività agricole all’avanguardia, coltivazioni di barbabietole e riso e attività tessile, con una risiera, il mulino e la fornace, due scuole, una chiesa, una tipografia e produzione di miele. Il motto era “Utile Dulci” e il simbolo un’ape. Una storia che guardava al futuro che finì con la morte dell’ultimo discendente della famiglia.

Tutte le mattine con qualsiasi tempo facevo i miei 6 chilometri di camminata mattutina di cui vi faccio vedere alcune foto.

La prima mattina un grandissimo vento freddo ma il susino fa ben sperare e infonde forza, ce la faremo! E appena passato il cantiere dell’autostrada, (mamma mia quanti disastri per il benessere…)i campi arati e il sole in controluce continuano a spronarci.

La tavola di pasquetta apparecchiata da Sandra con l’aiuto di Giuliana è un florilegio regale. Per accogliere un magnifico, delicato risotto ali fiori di tarassaco. Campeggia un gigante Iris carnoso, la foto verrà poi usata da Deborah per la campagna di pubblicità del bar di Mocenigo per il ponte del 25 aprile (tra l’altro anche festa veneta per il giorno di san Marco). Vedete una foto da aperitivo, con la barchessa della villa di Alviisopoli capovolta. Per chiudere la serie una foto scattata la sera di ritorno dal recupero vetro. Bisogna essere sempre pronti a cogliere le suggestioni che ci arrivano. Tutte le foto sono state scattate con un vecchio iPhone SE e leggermente leggermente trattate.

Il video su YouTube “Fiori Come lo sfiorire diventa arte” sta andando fortissimo, sarà il cambio di giorno della première, sarà la vostra fantastica curiosità, ed un buon impegno da parte mia che le visualizzazione sono state più di 170 in due giorni, un record per il canale. Quindi ne consiglio la visione se ve lo siete perso, visto che è un omaggio floreale alla primavera. 

Luca mi scrive “Me lo sono gustato in ritardo, come se l’attesa stessa sia una componente fondamentale del progetto. Ammetto di non aver mai legato lo ‘sfiorire’ ai fiori…e sì che con le parole amo giocare…geniale, intimo e delicato. 

Tanta é l’intimità che crei che passare al tu viene spontaneo, le associazioni personali mentre ti osservo e ascolto, apre un kaleidoscopio di ricordi sopiti, dimenticati. Altri me che in me convivono sotto pelle. Che bellezza!!!” E non posso che esserne felice, ve lo riporto per invogliarvi non di certo per vanagloria.Trovate il link.

La novità per la settimana prossima è che sto preparando il video successivo ed è dedicato interamente agli alberi. Partirò da una breve lettura del “Barone rampante” di Calvino per passare foto di Ansel Adams e Tod Hido senza scordare Joel Meyerowitz e le splendide donne Beth Moon, Nan Goldin e Vivian Maier. Martedì 

26 aprile la première alle 20,30. Lì potremo condividere i commenti in diretta, naturalmente vi aspetto.

E come sempre vi dico la musica che ha accompagnato la stesura di questa lettera, la compositrice è Agnes Obel  e il brano Under Giant Trees. 

Naturalmente nei miei video la musica di sottofondo è quella che creo da me al mio pianofortino che in questa occasione direi che si trasforma in un “Pinofortino”.

Buoni alberi a tutti, guardateli, ammirateli, proteggeteli, fotografateli e fateli crescere. 

“Certi alberi stanno, pazientemente” come ci suggerisce Mariangela Gualtieri.

Ciao, un bacio, e alla prossima.

La newsletter di fine giugno

ESTATE

Dove ci porta questa splendida stagione?

L’estate mi dà soddisfazione non lo nego. Ci porta più in uno stato di vacanza. E’ come se fosse un periodo di vita ideale, di un tempo, finalmente, da trascorrere beati. Il grano fotografato in apertura è un’immagine ideale. Che ne dite? La natura che esplode, che si esprime al suo massimo livello.
Questa settimana appena trascorsa mi ha portato in val d’Orcia.Vi porto un poco insieme a me.
Ho pubblicato un’altra foto su Facebook che è stata molto gettonata. Quasi al tramonto sulla via del ritorno. Il sentiero tracciato dai mezzi meccanici invitava proprio ad entrarci dentro. La foto è stata scattata dal cellulare che sembra proprio risentire della calura di quel fine pomeriggio, l’autofocus si è lasciato ingannare e devo dire che il risultato rende molto un senso pittorico che, anche se non tra i miei favoriti, soddisfa e rende l’dea. A volte gli errori vengono tanto in aiuto.

Vi confesso che è da un poco di tempo che sto pensando di fare una serie di video su come migliorare le foto fatte con il cellulare, almeno quello che ho imparato in questi anni. Siamo circondati da “giocattoli” da cui potremmo trarre il meglio e che sottosfruttiamo. Presto mi cimenterò sperando che questo vi possa aiutare.

Il video in diretta che ora è su Youtube dal titolo “Strade” è visibile a tutti e vi consiglio di guardarlo. E’ più breve di tutti gli altri e prende le mosse da Jack London e il suo libro “La strada”, per poi presentarvi un personaggio interessantissimo, un fotografo tra i miei preferiti, Jordan Verdin che ha fatto della strada una missione arrivando a creare un servizio di docce itineranti per i senzatetto di San Diego. Questa è la strada che mi affascina, che ci arricchisce e crea unità tra il fotografo e la sua essenza. Ve lo ripropongo e vi invito nuovamente a guardarlo.

Mercoledì è uscito il nuovo episodio del podcast delle avventure di Rugamastra. Anche qui vi suggerisco di ascoltarlo: due minuti e mezzo di racconto surreale che vi renderà l’estate più fresca. Stateci però attenti perchè crea dipendenza. Il titolo è :”Il lampadario“.

Ora vado a preparare le prossima diretta che sarà un omaggio all’Estate. Partirò dalle mie foto come sempre  per poi portarvi ad altre foto di grandi fotografi, quelli veri e stimolanti. L’appuntamento è su Youtube sul mio canale, se vi iscrivete riceverete in automatico la notifica ogniqualvolta pubblicherò un nuovo video. Prometto che dureranno una ventina di minuti e saranno molto freschi.

Con la Banda Osiris abbiamo ripreso ad esibirci nelle varie piazze italiane, è un piacere enorme, una soddisfazione. Vi lascio un collegamento per scoprire dove ci hanno invitato: il calendario.

Per chiudere prima dei saluti vi mostro un foto di Bagno Vignoni. La piazza del paese è la grande vasca di acqua con l’acqua bollente, un posto magico ed affascinante.

Vi saluto e vi auguro buona Estate.

ciao,

roberto

Bagno Vignoni

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