Passeggiare il cane

un cane e il suo padrone in controluce

ore 7,18

A quell’ora solo ombre lunghe e in controluce. E non ti viene di alzare tanto lo sguardo sennò non vedi più niente. Questo aiuta anche per le fotografie perchè non punti l’apparecchio diretto negli occhi del tuo soggetto. E fai le foto più tranquillamente. Abbassi una visiera che un poco ti nasconde. Sono solo le ombre che ti guidano. E sei costretto ad escludere, con piacere.

Per il resto della camminata penso se esiste un verbo che esprime la passeggiata con il cane. Non me ne viene nessuno. Chiedo se esiste. Caterina mi parla del valore causativo: passeggiare il cane. Si trova sulla Treccani. Causativo mi piace. Non si indica l’azione compiuta ma quella provocata. Ecco scoperto quello che mi muove a scattare una foto. L’azione causativa. Un’azione che provoca qualcosa.

L’ombra lunga mi provoca qualcosa, un sussulto, un’emozione. Sapere di non essere guardato in una persona causa la sua tranquillità. Prendere solo una porzione di un immagine causa immaginazione, fa pensare ad altro, allarga significati, lascia aperto un mondo che vorremmo definito e statico, sempre uguale a sè stesso.

Tre causativi per fermare un attimo. Insomma far funzionare la macchina fotografica come un cervello sorprende sempre anche me.

(correre la fotografia)